E' con una interessante sentenza di ieri, 3 febbraio 2014, che la Cassazione penale assolve Google per la diffusione di contenuti multimediali (nella fattispecie dei filmati) da parte di suoi utenti.
L'accaduto qui era increscioso e cioè il caricamento on-line, ossia l'upload, nonché la successiva diffusione pubblica di un filmato lesivo della riservatezza di altri utenti. Si tratta del caso, noto alle cronache, del disabile che veniva maltrattato e schernito anche con l'uso di percosse da parte dei compagni di scuola.
Google, in qualità di host provider, non è quindi responsabile della violazione della privacy perpetrata nel caso di specie e ciò in virtù del fatto che i reati previsti all'art. 167 del Codice della Privacy devono intendersi come reati propri, reati cioè che possono essere commessi dal solo titolare del trattamento dei dati e non da parte di qualsiasi altro soggetto.
Per questi motivi la Cassazione ha assolto gli amministratori di Google dalle accuse loro mosse.