Toro: il DDL stadi favorisce la questione Olimpico e Filadelfia

Pubblicato: Sabato, 14 Luglio 2012 00:51
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La Commissione Cultura di Montecitorio in sede legislativa ha approvato  Il Ddl Stadi, è notizia di ieri.

Tale Ddl favorisce infatti "la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale".

Il Grande Torino si allena nello Stadio Filadelfia

La Camera ha apportato qualche modifica alla legge, reintroducendo i vincoli paesaggistici ed ambientali, rendendo così necessaria l'approvazione del Senato.

Finalmente con questo Disegno di legge lo Stato dimostra di non ignorare l'evolversi internazionale dello scenario calcistico e sportivo: gli stadi europei stanno infatti via via divenendo di proprietà delle squadre che vi giocano.

Non serve fare nomi...in Italia allo stato attuale solo una società è proprietaria esclusiva di uno stadio. Presto questa situazione potrebbe mutare. Non sarebbe male che ogni squadra di Serie A avesse il proprio stadio di proprietà. Ci fanno più di un pensiero Milan, Inter, Lazio...e perché no, anche il Torino.

La questione stadi, già molto cara ai tifosi granata, torna prepotentemente al centro dell'attenzione.

Ricordiamo che il Torino F.C. gioca allo Stadio Olimpico di Torino, impianto preso in affitto dal Comune di Torino, che per posizione nulla ha da invidiare ai cugini bianconeri e che, qualora venisse ristrutturato, sfruttando le agevolazioni del Ddl Stadi, porterebbe moneta sonante nelle casse della società granata, avendo tale disegno di legge avuto riguardo alla costruzione e ristrutturazione di stadi che siano volti a fruttare non solo durante lo svolgimento delle partite e dei concerti, ma ad essere richiamo attrattivo di turismo, sede di negozi e centri commerciali, di musei dedicati alla squadra proprietaria.

L'approvazione definitiva del Senato si auspica avvenga entro la fine dell'anno e c'è da sperarci.

Va da sè che lo Stato spera così di aiutare le società calcistiche ad emanciparsi, scrollandosi di dosso i costi di gestione di strutture imponenti che non fruttano quanto dovrebbero: gli stadi italiani sono infatti spesso molto poco curati. Si pensi ai recenti provvedimenti che il Pres. del Cagliari Cellino ha preso per la sua squadra: ritenuto lo stadio di Cagliari inidoneo alla sua squadra, i sardi hanno disputato l'ultima parte del campionato scorso di Serie A in quel di Trieste.

Nel Ddl si prevedono in sostanza varianti urbanistiche facilmente deliberabili da parte dei Comuni preposti, con permessi di costruzione di negozi, supermercati, strutture alberghiere e tutto quanto necessiti ad uno stadio per vivere ed essere fonte di reddito sicuro durante tutta la settimana.

Commentare il ddl articolo per articolo ad oggi non ha ancora molto senso, in attesa della sua approvazione e sarebbe alquanto prematuro.

Quel che è certo è che al suo interno saranno previste agevolazioni per l'accesso al credito agli investitori.

Ha però senso qui sottolineare che le società interessate a costruire o ristrutturare lo stadio in cui giocano, magari con l'obiettivo di diventarne proprietarie, devono rimanere vigili sull'iter legislativo in seno al Senato, in quanto da ciò dipende probabilmente il destino del calcio e dello sport italiano.

Un motivo in più per la società di Urbano Cairo di investire sulla questione stadi per creare la c.d. "cittadella granata", dando una spinta altresì alla ricostruzione della casa del Toro: lo Stadio Filadelfia, teatro delle più belle vittorie della storia granata e dell'Olimpo del calcio internazionale.

Non servono parole per commentare i nomi della squadra che fu, è e sarà sempre la più forte ed acclamata del mondo: Bacigalupo, Ballarin Aldo, Ballarin Dino, Bongiorni, Castigliano, Fadini, Gabetto, Grava, Grezar, Loik, Maroso, Martelli, Mazzola, Menti, Operto, Ossola, Rigamonti, Subert.

Il nostro sito continuerà a monitorare l'iter legislativo, preoccupandosi di segnalare le evoluzioni legislative.

Nell'attesa, può interessare al lettore la consultazione dell'articolo pubblicato sul sito del Giornale Radio della RAI.